Torrione Ina
Il Torrione Ina rientra sicuramente nelle cose da vedere a Brescia per la storicità e l’importanza che rappresenta per la città.
Si tratta di un grattacielo situato in Piazza Vittoria e progettato da Marcello Piacentini.
I lavori di costruzione terminarono nel 1932 ed è il primo grattacielo costruito in Italia.
Con i suoi 57.25 metri di altezza è inoltre la prima struttura realizzata in cemento armato più alta d’Europa.
Storia del Torrione Ina
L’architetto e urbanista Marcello Piacentini, nel 1922, partecipò al concorso per la Chicago Tribune Tower al quale non vinse e, da questa esperienza, nacque in lui un grande interesse per la tipologia a torre e per l’architettura americana.
Questa sua passione fece sì che tale tecnica la applicasse anche nei suoi progetti in Italia, tanto da portarlo ad occuparsi del riassetto urbanistico della città di Brescia, in particolar modo nel centro storico.
Così nel 1928 il comune della città affidò a lui il progetto di ridisegnare proprio il centro storico con due principali scopi: migliorare la viabilità e sistemare il quartiere ritenuto più degradato, ossia quello delle Pescherie.
Infatti, tale area era caratterizzata da vicoli stretti e angusti circondati da caseggiati fatiscenti.
Le condizioni igienico/sanitarie della zona erano alquanto allarmanti e considerate le peggiori di tutta la città.
Proprio durante l’epoca fascista, il quartiere fu definito come un tumore da essere estirpato.
Ciò che aveva progettato Piacentini era veramente rivoluzionario: propose infatti di abbattere l’intero quartiere delle Pescherie e costruire una piazza che prese il nome di Piazza Vittoria.
L’aspetto sarebbe cambiato notevolmente prevedendo eleganti palazzi che riprendevano le forme moderne ed elementi di decorazione tipici delle costruzioni bresciane rinascimentali.
Inoltre, Piacentini volle costruire una struttura che fosse moderna, ma al contempo che non avesse eguali in tutta Italia.
Da qui nacque il Torrione Ina, il primo grattacielo del nostro Paese e il nome fu scelto dallo stesso ideatore e dal costruttore che decisero tale appellativo per evitare che fosse abbiano a quelli americani.
La torre venne ricollocata dunque alla tradizione italica tipica dell’epoca medioevale e venne soprannominata “Casa Alta” e “Edificio multipiano”.
La funzione finale di tale struttura era quella di ospitare le Assicurazioni Ina, ecco perché ad oggi è conosciuto anche come Torre delle Associazioni.
Marcello Piacentini inizialmente era ostile nei confronti delle altezze dei palazzi, considerati troppo moderni, ma cambiò idea quando gli amministratori della città non gli imposero alcun limite di altezza per la realizzazione del suo progetto.
Ecco che, per la attuazione del Torrione Ina, egli si ispirò ad un progetto che presentò in occasione del concorso per la Chicago Tribune Tower, nel 1922.
Il progetto originale prevedeva la costruzione della torre con un’altezza di 51 metri e composto da 12 piani.
Successivamente, Piacentini decise di aggiungere ancora un livello portando così la struttura a 57.25 metri di altezza.
L’intera area su cui avrebbero costruito il Torrione Ina fu acquistato dall’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, che divenne quindi il finanziatore dell’opera.
In aprile del 1931 si conclusero i lavori sulle fondazioni del grattacielo e a settembre dello stesso anno, ci fu la posa del solaio del secondo piano.
Il ritmo dei lavori era molto intenso tanto da concludere il tutto nel gennaio del 1932.
Il Torrione Ina e Piazza Vittoria furono inaugurati il 1° novembre del 1932 con una cerimonia solenne a cui partecipò il duce in prima persona.
Durante la seconda Guerra Mondiale i sotterranei della torre furono impiegati come rifugio antiaereo, come testimonia una R all’interno di un cerchio, tutt’oggi visibile su un muro dell’edificio.
Architettura del Torrione Ina
Dal punto di vista architettonico il Torrione Ina riprende lo stile americano, quello utilizzato alla scuola di Chicago.
Tutta la struttura è rivestita da mattoni faccia a vista, tranne nel porticato su colonne di granito del Garda e della base del fabbricato.
Essi sono infatti reinvestiti con carnabò e granito.
Piacentini decise di utilizzare i mattoni non in maniera casuale, ma c’era una motivazione.
Egli aveva studiato accuratamente l’impatto che tale costruzione avrebbe avuto nello Skyline del centro storico della città.
Ma ci fu un altro studio accurato che riguarda il materiale utilizzato per far in modo che il Torrione si inserisse armoniosamente con le costruzioni circostanti, ossia il laterizio.
Infatti, questo materiale richiama a livello di cromature i tetti in tegola del circondario.
La facciata principale è costituita da dodici archi che racchiudono le finestre di due piani.
Inoltre, sempre la facciata è decorata con dodici bassorilievi in terracotta che rappresentano le principali attività produttive di Brescia.
Sul loggiato sottostante il Torrione era presente anche la raffigurazione dell’ Annunciazione di Arturo Martini, ma di quest’opera si sono perse le tracce.
È stato ipotizzato che fu distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale oppure che venne trafugata da ignoti.