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Torbiere del Sebino – Insediamenti e ritrovamenti preistorici.

Torbiere del Sebino

Le Torbiere del Sebino a Iseo sono oggi una riserva naturale e i percorsi escursionistici rientrano tra i sentieri bresciani.

La storia delle Torbiere del Sebino ha però inizio molti millenni fa, nella Preistoria Bresciana.

Durante i lavori di sfruttamento industriale che ebbero luogo nella seconda metà del secolo scorso. il bacino torboso che si estende all’estremità meridionale del Sebino, restituì una quantità di oggetti preistorici.

Si tratta. per la maggior parte. di manufatti di selce di diverse epoche e di frammenti di recipienti e di strumenti metallici dell’età del Bronzo. 

Scoperte vennero segnalate per la prima volta. nell’anno 1887, da Pompeo Castelfranco.

In seguito. da uno studioso benemerito locale, Francesco Ruffoni.

A quei tempi le Torbiere del Sebino raggiungevano le prime pendici delle colline di Provaglio, verso est.

Toccava le modeste culminazioni moreniche di Timoline e Cremignane, ad ovest e a nord.

Le Torbiere del Sebino sfruttate per l’estrazione della torba era comunque ben più ristretta. limitata all’area centrale paludosa acquistata, nel 1863, da una società industriale.

I primi ritrovamenti alle Torbiere del Sebino.

Le prime raccolte di materiali archeologici provenienti da quelle estrazioni vennero eseguite, prima del 1883, dal bresciano Gabriele Rosa.

Lo stesso anno che, il Ruffoni, ufficiale dell’esercito, aveva deciso di stabilirsi proprio ad Iseo.

Negli anni che seguirono, quest’ultimo, anche alimentando l’interesse dei cavatori, diede inizio ad una sistematica attività di raccolta dei materiali archeologici.

I ritrovamenti entrarono poi a far parte delle collezioni del Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico L. Pigorini di Roma.

I reperti, come prima accennato, sono principalmente costituiti da manufatti di selce scheggiata, attribuibili ad età diverse, principalmente a
quella del Bronzo.

Fra questi si notano punte di freccia di vario tipo ed elementi di falcetto messorio.

Non mancano comunque oggetti più antichi quali armature trapezoidali, della fine del Mesolitieo e armature romboidali del Neolitico più antico.

Al museo Pigorini sono tuttora conservati frammenti di recipienti fittili oltre che strumenti enei quali asce. spilloni. coltelli e falcetti.

Questi manufatti documentano la vita negli abitati della torbiera durante quasi tutto l’areo di tempo attraversato dall’età del Bronzo.

Tracce di insediamenti alle Torbiere del Sebino.

Nel 1971 due appassionati ricercatori rinvenivano lungo il terrazzo morfologico formato dai depositi morenici wurmiani della cerchia più interna che si affaccia sulla torbiera di Provaglio, una stazione litica di superficie attribuibile alla Cultura Castelnoviana.

L’ubicazione del sito delle Torbiere del Sebino ripete quanto già osservato in molti altri casi lungo le sponde di invasi pedealpini più o meno estesi.

I bacini lacustri sono infatti ideali per l’insediamento degli ultimi cacciatori-
raccoglitori in quanto presentano caratteristiche di altissima produttività alimentare.

Sono infatti particolarmente ricchi di piante eduli, di tuberi e rizomi; abbondano di molluschi d’acqua dolce e tartarughe, oltre che di pesce.

Inoltre favoriscono la sosta stagionale degli uccelli migratori oltre che quella dei branchi di erbivori che si fermano per abbeverarsi.

Anche se la stazione mesolitica non è stata oggetto di scavo, e quindi i dati sono relativamente limitati, un aiuto, nella ricostruzione paleoambientale del territorio ci viene dai risultati di una carota pollinica.

Da questi risulta che, ai tempi dell’insediamento mesolitico, una copertura forestale a latifoglie, querce e ontani principalmente, caratterizzava la fascia periferica dell’ambiente lacustre meridionale del Sebino.

Torbiere del Sebino – Insediamenti e ritrovamenti preistorici.

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