Sentieri delle Miniere della Valtrompia è un escursione per riscoprire una delle storiche vie di trasporto del ferro.
Viene qui proposto uno dei sentieri bresciani, un tratto del Sentiero dei Minatori, ricordato anche come la “Via Caalera” un tempo solcato da cavalli e muli carichi di minerale.
Il sentiero è stato inaugurato dopo il suo ripristino il 2 giugno 2010 in occasione del 500 di fondazione del Cai di Collio.
Quanto alla Valtrompia, non vanno dimenticate le numerose possibilità di visita turistica inerenti il mondo delle miniere e della lavorazione del ferro.
Sono infatti aperti al pubblico il forno fusorio di Tavernole, la miniera S. Aloisio- Tassara di Collio, il museo “I magli” di Sarezzo, il Museo delle miniere e la Miniera Marzoli di Pezzaze, il Museo delle armi e della tradizione armiera di Gardone Valtrompia.
Itinerario Sentieri delle Miniere della Valtrompia.
Partenza: Miniera Tassara (763 m)
Arrivo: Passo Croce (1.443 m)
Dislivello: 680 m
Tempo di percorrenza: 4 ore (intero percorso)
Difficoltà: medio
Percorrendo la strada provinciale 345 che risale la Val Trompia, circa 5 km dopo l’abitato di Bovegno notiamo sulla destra la grande costruzione di quella che un tempo era la miniera S. Aloisio che, come ci ricorda la grande scritta sull’edificio, venne anche gestita dalla Carlo Tassara spa.
Parcheggiamo qui, nello spiazzo sterrato davanti agli edifici della miniera.
Cenni storici.
Citata per la prima volta in un documento del 1819, la nascita ufficiale della S. Aloisio si fa risalire al 1870 dall’aggregazione di tre miniere confinanti.
Nel 1886 la concessione mineraria venne acquistata dalle Acciaierie di Terni cui seguì, nel 1936, il gruppo Tassara di Breno.
In tale periodo le gallerie di scavo raggiunsero uno sviluppo complessivo di alcune decine di chilometri.
L’attività proseguì energicamente fino alla prima metà degli anni Settanta, allorquando iniziò a farsi sentire la concorrenza internazionale che portò
infine alla chiusura degli impianti nel 1985, ultima fra le miniere di ferro della valle Trompia.
Non va fra l’altro dimenticato che, durante gli anni di attività, la S. Aloisio aveva la più estesa concessione mineraria di siderite (quindi di ferro) non solo della Valle Trompia ma di tutto il nord Italia.
Attraversiamo il ponte, ben guidati dalla cartellonistica indicante il sentiero 348, quindi proseguiamo a destra per un breve tratto.
Giunti sulla strada asfaltata della miniera teniamo la destra, in leggera discesa, per imboccare poco più avanti la sterrata di sinistra.
Un breve tratto su tale stradina poi, giunti a una curva che piega verso destra, seguiamo a sinistra un sentiero, sempre ben indicato
da un apposito cartello, che si inoltra nel bosco.
Attraversiamo un vallone poi, più in alto, ci si ricongiunge con la sterrata percorsa in precedenza che seguiamo in salita.
Siamo nella località Piazze basse (985 m).
Località caratterizzata da ampi prati e alcune cascine ristrutturate, con bella vista sull’alta Valtrompia.
Proseguiamo sulla stradina finché, giunti a un tratto pianeggiante che conduce alla località Piazze alte, appena prima dei due paletti metallici con catena che chiudono l’accesso alla sterrata (e del cartello indicante proprietà privata) imbocchiamo a destra un sentiero, indicato dai segnavia biancorossi su un albero.
Sempre rimanendo sul tracciato principale dei Sentieri delle Miniere della Valtrompia camminiamo in un bel bosco di querce, larici e abeti, su un particolare percorso che in alcuni tratti si sviluppa in trincea: è questo il tratto più suggestivo del nostro itinerario che ripercorre l’antico tracciato utilizzato per il trasporto del materiale.
Era detto il “sentiero di cavezza”, sul quale gli uomini conducevano a mano (con il capestro che appunto era detto “cavezza” e che serviva per tenere legata la testa dell’ animale) i muli carichi dei minerali.
Più in alto attraversiamo un canalone, poi sbucati in una radura veniamo guidati da alcuni paletti infissi nel terreno fino al vicino
Passo Croce.
Passo Croce (1.441 m), punto di arrivo dell’escursione, dove si interseca anche la sterrata proveniente da Irma e da Vaghezza e dove una fontana permette di rinfrescarsi.
Da qui il percorso compiuto dai muli carichi di minerale proseguiva in due diverse direzioni: verso Livemmo, transitando dai piani di Vaghezza, oppure verso Forno d’Ono, e in tal caso il tracciato aggirava il Monte Ario, transitava dalla loc. Pezzeda quindi scollinava a Campo di Nasso, scendendo infine verso la Valle Sabbia e Forno d’Ono.
Chi volesse effettuare il percorso completo del Sentiero dei minatori può naturalmente proseguire lungo il sentiero 348 che sale fino alla malga Pezzeda di sopra e quindi scende alla locc. Vezale da cui, deviando per i prati di Piazze Alte, ritorna infine alla miniera
Tassara (in tutto servono comunque oltre 7 ore).