San Faustino in Riposo
Sotto l’arco della Torre di Porta bruciata, a destra di chi va in piazza della Loggia, c’è la chiesetta di San Faustino in Riposo, dedicata ai Santi Faustino e Giovita.
In tempi molto lontani dai nostri, nel 720 circa, nel luogo ove sorge la chiesetta, c’era un terreno sgombro di case su quale passava il confine dell’antica città.
Un vescovo bresciano di cui non si conosce il nome volle trasportare in luogo più onorifico le reliquie dei santi patroni della città.
La traslazione venne eseguita con solenne processione che partendo da San Faustino ad sanguinem (ora Sant’Afra), attraverso le vie cittadine giunse alla chiesa che oggi e’ di San Faustino, la quale era situata fuori del confine della città.
Quando la processione arrivò nel luogo dove sorge la odierna chiesetta di San Faustino in Riposo venne fatta una sosta.
Narra la leggenda che le spoglie sacre dei santi gemettero sangue vivo.
Di ciò rendono testimonianza la terra rosseggiante di sangue tutt’ora conservata nel feretro dei santi ed un pezzo di stoffa raggrumata di sangue che si venera in questa chiesetta nell’urna sotto l’altare insieme ad un osso dei medesimi ivi trovati nell’anno 1593.
Ancora la leggenda vuole che in quella traslazione fossero avvenuti due miracoli.
La guarigione di uno storpio e di un patrizio bresciano che era in fin di vita.
Nel luogo ove si credeva che le sante ossa dei nostri patroni avessero versato sangue vivo fu eretta nel 850 una cappella rettangolare.
Alcuni secoli dopo nel 1200 sulle rovine di questa venne eretta la chiesetta dei Santi Faustino e Giovita in riposo.
L’edificio misura 16 metri di altezza ed ha una base ottagonale.
Il caratteristico campanile conico di mattoni rossi disposti a scaglie che poggia su 8 colonne in gran parte incorporate nelle pareti della chiesetta costituisce una nota di originalità nel grigiore delle case circostanti.
Quattro eleganti bifore permettono di scorgere le campane.
L’inglobamento!
Nel Medioevo, quando la città cominciò a circondarsi di mura la chiesetta venne a trovarsi entro la cinta muraria, accanto alla
porta che ora chiamiamo Porta Bruciata.
Distrutte con il tempo le mura difensive, si costruirono case che si addossarono alla torre e alla chiesetta rendendo quasi invisibile il caratteristico campanile.
L’interno della chiesa accoglie due tele riproducenti l’assedio di Niccolò Piccinino.
La pala dell’altare eseguita nell’anno 1746 e di Romani Domenico . e raffigura i Santi Faustino e Giovita.
Due quadri di Santa Rita da Cascia è Santa Teresa del Bambin Gesù e una statua di Sant’Antonio da Padova completo l’arredo del sacro luogo.
La popolazione della città è particolarmente delle zone vicine, devota di questi tre santi ed in modo particolare di Santa Rita, chiama spesso la chiesa con questo nome.
I numerosissimi ex voto che fanno corona alle sacre immagini ed ai lumi dimostrano che la fede e le preghiere della gente non restano deluse.
Negli anni trenta si pensò di ridare visibilità alla bellissima chiesetta liberandola di tutte le vecchie case che la soffocano.
La guerra interruppe il progetto.
San Faustino in Riposo, storia e leggenda.
Fabio Maffei
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