Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino
Entriamo nel vivo della storia bresciana e parliamo oggi di uno dei palazzi d’eccellenza della città: Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino.
Il Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino è anche più semplicemente conosciuto come Palazzo Martinengo ed il palazzo nobiliare della città di Brescia, sito in Piazza del Foro a sud del Tempio Capitolino.
Il palazzo nasce come dimora dei Martinengo, principale famiglia che rappresentò gran parte della storia bresciana.
Successivamente, precisamente nel ‘900, divenne la sede della Questura di Brescia per poi essere acquistato dall’amministrazione Provinciale.
Ad oggi, è luogo di mostre e di un percorso sotterraneo visitabile. Ma procediamo con ordine.
Un po’ di storia Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino
I reperti storici che si trovano nei sotterranei del palazzo, dimostrano che la storia della struttura risale ancor prima dell’epoca del Ferro (dal XI secolo al V secolo a.c).
Durante l’epoca romana la zona in cui sorge il palazzo in questione era destinata alle abitazioni residenziali, che nei periodi successivi divenne civica andando a formare la Brixia Romana.
Ma in età medioevale fu abbandonata a favore dell’attuale Piazza Vittoria e Piazza Paolo VI.
Il Palazzo visibile ai giorni nostri fu costruito intorno alla metà del XVII secolo su delle vecchie rovine di una costruzione risalente al ‘400.
L’idea e il progetto nacquero dal conte Cesare IV Martinengo Cesaresco, discendente della famiglia omonima nobiliare di origine bergamasca.
Quest’ultima si trasferì nella città di Brescia nel ‘500 e acquistò numerosi palazzi appartenenti alle famiglie nobili della zona, tra cui i Gambara.
Quando il conte morì, il Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino finì nelle mani dei tre figli: Carlo I, Scilla o anche conosciuta come Silla ed Enrico Martinengo che lo divisero in tre parti.
Questa divisione portò ad una segmentazione della proprietà e ad un ammodernamento disomogeneo della stessa. Nei primi anni del ‘900 il palazzo fu acquistato dalla provincia di Brescia che lo destinò a delle attività tutt’oggi in corso.
La descrizione Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino
Il palazzo che ad oggi possiamo ammirare presenta due facciate, entrambe con la stessa importanza e una si affaccia su Via dei Musei e l’altra su Piazza del Foro.
Ciascuna di essa è rappresentata da un bellissimo portale d’ingresso.
L’entrata sul lato di Via dei Musei è impiegata dagli uffici dell’Amministrazione Provinciale della città, mentre l’altra come ingresso al museo del Palazzo.
La facciata su Via dei Musei
La facciata visibile da Via dei Musei, che si trova nella parte settentrionale della struttura, fu costruita probabilmente tra il 1680 e il 1690.
Venne costruita per cercare di sviare (da parte della autorità di quel tempo) un possibile ampliamento dello stabile: idea avanzata da Cesare Martinengo.
Su di essa è possibile ammirare un bellissimo portale, opera attribuibile a Stefano e Carlo Carrà, la cui caratteristica principale è la presenza di due maestose aquile, simbolo della famiglia nobiliare.
Esse si trovano al posto dei capitelli come telamoni, site nella parte superiore delle colonne che sorreggono il balcone principale (realizzato interamente in marmo di Botticino).
Oltrepassando il portale e una volta a botte si giunge in un piccolo cortiletto interno in cui troviamo una fontana risalente al ‘500, ove è possibile ammirare una nicchia per la vasca e un’imponente statua che raffigura Nettuno.
Infine, come coronamento troviamo una statua raffigurante Cesare Martinengo o la figlia Scilla, che ereditò proprio questa parte del Palazzo dopo la morte del padre.
Sempre in questa area interna troviamo anche la cappella privata del vescovo di Farmagosta.
Faceva parte della famiglia nobiliare di Brescia degli Ugoni, precedenti proprietari del palazzo prima di essere acquistata da Cesare Martinengo.
La facciata su Piazza del Foro
La facciata su Piazza del Foro è molto più anonima e austera, risalente al ‘500.
Probabilmente questo stile fu voluto da Cesare Martinengo per rimanere in linea con gli ambienti interni, realizzati ben un secolo prima dalla famiglia dei Gambara e degli Ugoni.
Essi sono rimasti quasi del tutto intatti anche dopo il rifacimento del ‘600.
A differenza della facciata precedentemente descritta, questa è molto più lunga.
E’ caratterizzata da due portoni quasi identici, con un’unica differenza.
Quello a nord presenta lo stemma della famiglia Martinengo (aquila rossa posta in centro ad uno scudo dorato).
Mentre l’altro, quello a sud, porta il simbolo dei Martinengo Cesaresco (aquila rossa inquadrata).
Oltrepassando il portale meridionale si entra in un cortile interno, caratterizzato da tre loggiati: due di essi furono chiusi da delle vetrate e da pannelli e uno rimasto aperto (quello meridionale).
L’ideatore del porticato fu Carlo I Martinengo, erede e figlio di Cesare che lo fece costruire nel 1697.
Si ipotizza che Carlo avesse ereditato proprio questa ala del palazzo.
L’intero percorso porta ad una galleria che, probabilmente, Carlo utilizzava come biblioteca privata.
Il porticato a nord
Il porticato a nord fu l’ispirazione per Carlo per la costruzione di quello a sud, ma che venne costruito nel ‘500 dai Gambara e si compone di sette campate.
Esse sono affrescate con raffigurazioni mitologiche e con fregi del “Gambero Rosso”, simbolo della famiglia.
Infine, la parte orientale della loggia è caratterizzata da un grande scalone del ‘600 che conduce al piano di sopra, composto da ben sette stanze.
Si presume che una di queste in stile neoclassico, venne utilizzata come luogo di incontro tra la padrona del tempo del palazzo Marzia Martinengo e il poeta Ugo Foscolo.
Un altro scalone settecentesco è presente sul lato nord del palazzo ed è particolare in quanto vi sono numerose raffigurazioni sulla famiglia dei Martinengo.