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Monte Pizzocolo, le miniere di selce preistoriche. Sentieri e mappa.

Monte Pizzocolo

Sentieri Monte Pizzocolo – Escurione

L’escursione al monte Pizzocolo inizia dalla località Colomber.

Si prende il sentiero numero 8 con direzione rifugio Pirlo.

Dopo aver percorso circa 5 km, attraversando un castagneto, si arriverò alla località Pirello, circa 1030 metri slm.

Continuando, si affronterà una salita abbastanza decisa, ma per poco, poi si addolcisce fino a raggiungere una piccola radura.

Superata la radura si prosegue all’interno del bosco fino a raggiungere il Passo dello Spino a 1160 metri slm.

Il Passo dello Spino si trova tra il Monte Spino e il Monte Pizzocolo.

Qui troviamo delle costruzioni e un bivio che a sinistra porta al rifugio Spino, mentre a destra una vecchia strada militare.

Imboccata la strada a destra, si sale tra i faggi e dopo alcuni tornanti arriviamo al Dosso delle Prade di 1352 metri slm.

Continuando per la strada militare, sempre in direzione nord, il paesaggio offre scorci straordinari sul Lago di Garda.

Dopo alcuni tornati si incrocerà il sentiero numero 11 che sale da SAnico.

L’ultimo tratto ci porterà a al Bivacco Due Aceri, sempre aperto e non custodito.

Il Bivacco Due Aceri chiamato così per la presenza di due vecchi aceri, è stato realizzato recuperando una vecchia struttura della Prima Guerra Mondiale.

A questo punto la cima del Monte Pizzocolo a 1581 metri slm è imminente.

Dalla cima il paesaggio è straordinario, giornate limpide permettono di vedere il Baldo, il Garda, la Valvestino, le Prealpi Bresciane e a volte anche gli Appennini.

Sulla cima è presente la chiesetta dedicata ai Caduti.

Per chi vuole, il ritorno può percorre il sentiero numero 1, per scoprire anche le cascate di Verghere.

Il Monte Pizzocolo possiede inoltre delle caratteristiche geologiche molto particolari e molto antiche, inafatti sono presenti delle miniere di selce.

Le miniere di selce del Monte Pizzocolo.

Il Monte Pizzocolo ha rivelato la presenza di miniere di selce sfruttate nella Preistoria Bresciana.

Da alcuni anni si va moltiplicando l’interesse per le fonti di approvvigionamento della materia prima; vale a dire per lo studio di quei giacimenti che furono sfruttati dall’uomo preistorico per ottenere del materiale indispensabile per la confezione dei propri manufatti.

ln tal senso assurse notevole interesse il Monte Pizzocolo.

Una cima alta 1265 metri sul livello del mare sito a nord del golfo di Salò.

Si tratta di una formazione calcarea di età Giurassica contenente dei filoni di una selce di color grigio-azzurrognolo che
vennero sfruttati durante l’età del Rame.

Le prime tracce di attività estrattiva, segnalate da accumuli di schegge silicee di scarto, vennero individuati, nel
1974.

Queste tracce vennero trovate lungo il costone che conduce verso la cima durante una visita occasionale.

Ricerche più accurate, portate avanti negli anni seguenti, hanno rivelato l’esistenza di almeno cinque di tali zone di taglio dei manufatti.

In queste zone, i reperti litici, quasi esclusivamente schegge abbastanza larghe, senza alcuna traccia di ritocco, sono abbondanti.

La selce del Monte Pizzocolo

La selce del Monte Pizzocolo è molto caratteristica sia per colore che per vetrosità.

Si tratta di materiale buono, ma non ottimale per la scheggiatura di manufatti.

In sostanza, è la stessa selce della formazione che si trova sulla sommità di Monte Covolo, una decina di chilometri a sud ovest.

Anch’ essa sfruttata dagli abitanti del sito che si trova al piede della collina.

Sul Monte Pizzocolo oltre alle schegge citate si sono raccolti anche altri manufatti in selce, di provenienza esotica.

Si tratta di un ristretto numero di elementi di falcetto messorio, tratti da selce con caratteristiche di scheggiatura e di vetrosità ottimali, probabilmente di provenienza Lessinea.

Non è facile dire se questi attrezzi siano della stessa età dei precedenti oppure rappresentino un’occupazione temporanea. più recente da parte di un gruppo di coltivatori dell’età del Bronzo.

Resta comunque di particolare importanza la scoperta di elementi di falcetto a quota in quanto indicano come anche la media media bresciana sia stata utilizzata, per attività legate alla pratica agricola.

ln effetti. la presenza di miniere di selce in Italia settentrionale è molto limitata.

Sappiamo di fonti di materia prima sfruttata lungo le pendici meridionali del Monte Baldo ed anche sui Monti Lessini.

Per quanto le tecniche di estrazione della selce dai filoni originari siano da noi pressoché ignote.

Dalle osservazioni fatte sulla condizione del cortice degli arnioni, nei giacimenti del Veronese. sappiamo che molto spesso gli stessi venivano raccolti a terra e non estratti.

Sappiamo inoltre che la selce veniva commerciata secondo dei modelli ben definiti a seconda delle diverse culture e dei diversi periodi cronologici coinvolti nelle attività di smercio e di distribuzione.

La selce del Monte Pizzocolo, al pari di quella di Monte Covolo, venne commerciata a partire dall’inizio dell’età del Rame.

Vale a dire dalla seconda metà del quinto millennio BP e non sembra aver investito un ampio raggio di mercato.

Al contrario, quella Lessinea, durante il Neolitico.

Infatti fra la fine del settimo e la seconda metà del sesto millennio BP, veniva ampiamente distribuita.

Probabilmente viaggiava per via fluviale in tutta la Val Padana anche a sud del Po, sino a raggiungere, scavalcati gli Appennini, gli insediamenti liguri in vista del mare.

Monte Pizzocolo

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