Le strutture Romane a Brescia raccontano la storia della città.
Le strutture Romane a Brescia permettono un viaggio di 2000 a ritroso nel tempo per riscoprire le origini della città.
Le origini di Brescia Romana
Brescia, importante città della Lombardia, adagiata là dove le colline, ultima propaggine della catena alpina, si uniscono alla fertile pianura, risale ad epoca antichissima.
I Liguri probabilmente costruirono le loro abitazioni sul Colle Cidneo; con la dominazione Etrusca e soprattutto con quella dei Galli Cenomani per i quali Brescia fu il centro più notevole, la città dovette acquistare maggiore importanza.
Passata sotto la dominazione romana, iscritta nella tribù Fabia, divenuta, con Augusto, Colonia Augusta Civica, ebbe un periodo di grande floridezza durante il I secolo d.C., tanto per le speciali condizioni topografiche ed economiche, come per la protezione di Vespasiano.
Ricca di templi marmorei, di ponti gettati sopra i numerosi canali e torrenti che correvano paralleli ad occidente del Cidneo, di terme e di acquedotti, la città era circondata da mura.
Formatasi durante lo svolgersi di secoli attraverso dominazioni varie, non ebbe quella regolarità di tracciato che presentano altri centri urbani di origine romana; così infatti la planimetria di Brescia presenta, si, ancora
molte vie parallele orizzontali e verticali che accennano all’antica disposizione romana, ma vi sono pure vie oblique, antichissime, che interrompono qua e là il tracciato romano.
L’irregolarità era poi determinata anche dalla presenza del Colle Cidneo a settentrione.
Le Porte di Brescia Romana
Dagli avanzi scoperti, dalle testimonianze di documenti e di cronache, da elementi topografici, sembra che cinque porte si aprissero nella cerchia murata romana.
La porta Milanese, nel medioevo detta dei S.S. Faustino e Giovita o dei Paravert (oggi porta Bruciata), quella Orientale, poi di S. Andrea, per le quali passava, lambendo le pendici del Cidneo e attraversando il Foro, la grande strada che univa Milano con Aquileia.
Troviamo poi la porta Paganora per la quale si accedeva alla strada che conduceva al “Pagus Farraticus” posto nel cuore della pianura verso sud-ovest, le porte chiamate in seguito Matolfa e Torrelunga che si aprivano sulle vie per Crernona e per Mantova.
Vi era inoltre, sul Cidneo, rivolta verso nord-est, quella “porticula” che nel medioevo venne chiamata di S. Eusebio, in parte ancora conservata; dava accesso alle colline dei Ronchi.
Gli edifici Romani a Brescia
Nel centro della città il Foro, circondato da portici con alte colonne marmoree di cui rimangono ancora avanzi.
A sud del Foro la Curia; a nord il Campidoglio; a oriente il Teatro che si apriva a semicerchio addossato alla collina: un complesso monumentale veramente grandioso come possiamo dedurre da quanto ancor oggi vediamo.
Fu quindi importante nel I e II secolo d. C. l’attività costruttrice in Brescia e non mancava il materiale per realizzarla: dalla pianura veniva infatti il bel cotto rosato; .dai monti vicini proveniva il bianco marmo di Botticino.
Dal Cidneo e dai Ronchi il “mèdolo”, meno fine della pietra precedente, ma che dà, con le sue variazioni di colore, un fascino particolare alle costruzioni bresciane.
Come appare dai resti del Campidoglio, del Foro, del Teatro, della Curia, nei tempi romani sembra fosse preferito il bianco lunare del botticino, vanto della nostra città, per il quale essa è fra quelle che maggiormente conservano il segno della romanità.
Le strutture Romane a Brescia nelle epoche successive
Molto più numerose e meglio conservate dovevano essere le strutture Romane a Brescia nel medioevo, nonostante l’opera distruttrice del tempo e degli uomini.
Infatti le incursioni e i saccheggi dei Barbari, gli incendi e i terremoti non avevano potuto cancellare i segni del passato splendore; anzi alcuni di questi edifici erano parte integrante della città.
Perciò non possiamo ricostruire l’aspetto della città nell’alto medioevo se non teniamo in debito conto anche questi avanzi dell’età precedente che dovevano risaltare fra le costruzioni certamente umili che allora costituivano il nucleo delle abitazioni.
Non solo, ma sono da tenere presenti anche per un fatto più intimo ancora: i monumenti romani dovettero senza dubbio esercitare un forte influsso sui costruttori medioevali.
Senza supporre che le maestranze romaniche abbiano imitato gli edifici antichi, è lecito pensare e gli studi recenti lo confermano sempre più, agli insegnamenti che esse poterono ricevere dall’esame dei modi costruttivi, di forme e di ornamenti antichi.
Tutt’altra cosa sono i monumenti medioevali rispetto ai romani rappresentando due epoche diverse; eppure vi è affinità fra essi: si sente
negli uni come negli altri l’espressione schietta, pur con modi e forme differenti, di un’anima unica, di una civiltà che continua.
Ma ecco che un nuovo elemento sopraggiungeva a trasformare l’aspetto
della città, prima fuori delle mura, poi nell’interno: il tempio cristiano,
espressione della novella fede religiosa che dall’oriente era giunta a Roma
e da qui, lentamente, si diffondeva nell’occidente.
Ecco così giungere le Chiese Cristiane a Brescia.