Le Chiese Cristiane a Brescia, le più antiche, un patrimonio perduto!
Le Chiese Cristiane a Brescia, le prime costruite con l’avvento del Cristianesimo sono un tema molto dibattuto tra studiosi e religiosi in quanto non esisto più le strutture e le documentazioni non si hanno informazioni certe.
Di certo, le chiese col passare del tempo sostituirono i templi e le strutture Romane a Brescia.
Quando giunse in Brescia la religione di Cristo?
E chi la portò? Quali furono gli inizi della Chiesa bresciana?
Ci troviamo dinanzi a problemi la cui soluzione integrale non potrà probabilmente mai essere raggiunta in quanto non abbiamo documenti sufficienti riferentisi alla fede cristiana in Brescia nei primi tre secoli.
Tuttavia. esaminando attentamente le numerose leggende sorte in tempi posteriori, studiando la liturgia della Chiesa bresciana e le antiche iscrizioni, inquadrando la storia locale in quella dell’Italia settentrionale, è possibile fare un po’ di luce sugli inizi del’ Cristianesimo in Brescia.
Ne riassumeremo brevemente le vicende attenendoci agli ultimi studi di padre Fedele Savio, di Mons. Francesco Lanzoni, del vescovo Giacinto Gaggia, di Mons. Paolo Cuerrini.
E’ da respingere ormai la tradizione, nata nella seconda metà del secolo XI, dell’apostolicità romana della nostra Chiesa, cioè che il Cristianesimo sia stato portato in Brescia nel sec. I da S. Anatalone che si diceva primo vescovo di Milano e discepolo di S. Barnaba, a sua volta compagno di S.Paolo.
In questa leggenda vi è però qualcosa di vero: naturalmente la Buona Novella non fu portata in Brescia nel I secolo e neppure da S. Anatalone; ma invece è quasi accertato che S. Anatalone (fine del sec. III) fu l’ultimo vescovo che ebbe giurisdizione tanto su Milano che su Brescia.
Dopo di lui infatti si inizia la serie dei vescovi bresciani con S. Clateo, forse di origine greca.
La tradizione precedentemente ricordata non si deve riferire perciò al nascere della fede cristiana in Brescia, ma piuttosto all’inizio dell’organizzazione ufficiale della Chiesa alla fine del secolo III o al principio del IV.
Ma allora quando giunse in Brescia l’insegnamento del Vangelo?
È cosa nota, dopo gli studi del Von Harnack che gli ebrei prepararono il terreno al propagarsi della fede Cristiana.
E’ perciò di importanza capitale, afferma giustamente Mons. Guerrini, un’epigrafe, assegnata dal Mommsen al IV secolo d. C., la quale attesta come in quel tempo esistesse anche in Brescia una Sinagoga, che doveva sorgere fuori di porta Orientale, a Rebuffone, essendo stata trovata l’epigrafe in quella località.
E non è forse trascurabile una coincidenza topografica: pure ad oriente
delle mura, presso il luogo dov’era la Sinagoga, sulle pendici dei Ronchi,
dove sorgerà poi la chiesa di S. Fiorano, venne sepolto, secondo la tradizione, il vescovo S. Anatalone; in quella plaga vennero erette inoltre
alcune delle più antiche chiese, fra le quali la prima Cattedrale bresciana dedicata a S. Andrea.
Non solo, ma leggende medioevali vogliono che i primi cristiani si radunassero a Brescia nelle ville signorili sui Ronchi, le colline ad oriente della città.
Furono i due Santi Patroni Faustino e Giovita, vissuti verso la seconda metà del sec. II, a portare nella città la prima scintilla?
Nulla vieta di crederlo, ma è supposizione, non opinione basata su qualche fatto concreto. Certo è che nell’anno 186 d. C. già è documentata la presenza di cristiani in Brescia .
Lenta ma graduale dovette essere la penetrazione del Cristianesimo e lungo
tempo dovette richiedere l’organizzazione della gerarchia ecclesiastica:
che, ancora alla fine del sec. IV. S. Gaudenzio nel “Sermo De Vita et Obitu
Beati Philastrii” affermava, parlando dell’opera del suo antecessore:”Postillos itaque circuitus animarum plurium salutares, Brixia eum rudk quondam, sed cupida doctrinae promeruit: scientiae quidem spiritales ignara, studio tamen dicendi laudabilis”.
Ad ogni modo questi avvenimenti, nonostante Ia loro grande importanza, sono ancora avvolti nell’oscurità che circonda anche la manifestazione
artistica di questi primi secoli, cioè fino al V e VI secolo.
Le Chiese Cristiane a Brescia, le più antiche non esistono più.
Non una delle chiese più antiche esiste ancor oggi, almeno parzialmente,
nelle forme originarie, neppure in disegni, stampe, descrizioni; di alcune
anzi non conosciamo ne l’epoca precisa della costruzione, ne la località
esatta in cui vennero edificate: rimangono solo pochi documenti storici raccolti con cura dall’Odorici nella sua preziosa opera : “Le Antichità Cristiane di Brescia”.
Chiesa antichissima, anzi la prima in Brescia, se dobbiamo credere al Malvezzi che la vuole fondata dal vescovo S. Ursicino tra i1 320 e i1 327 è quella di S. Apollonio eretta sui Ronchi e distrutta nel 1517.
Le Chiese Cristiane a Brescia, altre, furono costruite fuori delle mura sulle grandi vie di comunicazione che univano le città vicine alla nostra, furono S.Andrea, S. Faustino ad Sanguinem, il Concilia Sanctorum, risalenti alla seconda metà del IV secolo: S. Andrea, con tutta probabilità la prima cattedrale di Brescia, posta appena fuori della porta Orientale e già esistente nel 387 circa perchè vi fu sepolto S. Filastrio.
S. Faustino ad Sanguinem, eretta fuori porta Cremonese sul luogo più sacro ai cristiani perchè vi furono martirizzati e sepolti i S.S. Faustino e Giovita; il tempio intitolato “Concìlia Sanctorurn” innalzato da S. Caudenzio agli inizi del secolo V.
Quale forma avranno avuto questi templi?
Saranno stati semplici edifici a pianta basilicale o complessi edifici a pianta centrale? Ricavati da altri più antichi, oppure costruiti ex novo?
Sono domande che forse rimarranno sempre senza risposta.
Anche nei riguardi della pittura e delle arti minori ne le Chiese Cristiane a Brescia di questi secoli sono completamente muti.
Rimangono, invece, parecchie epigrafi conservate nel Museo dell’Età Cristiana, oltre quelle tramandateci dagli archeologi, ed un sarcofago, l’unico di questo periodo in Brescia.
Il Sarcofago di Brescia
Di forma rettangolare aveva la fronte e i lati minori adorni di bassorilievi mentre la faccia posteriore era priva di ornamentazioni, sul tipo di molti
sarcofagi romani.
La parte centrale della fronte è disgraziatamente perduta; ma dai pochi frammenti trovati e poi riprodotti dall’Odorici, dalle due parti estreme ancora intatte si può ricostruire la decorazione.
Era questo lato diviso in sette scomparti da colonnette sostenenti timpani triangolari e vi era raffigurata la “missio”: nello scomparto centrale il Redentore che innalzavasi sopra il velo rigonfio tenuto dalla figura simboleggiante la volta celeste; negli scomparti laterali gli Apostoli con i rotuli.
I lati minori
Dei lati minori, quello in parte rovinato, che si trova nel Civico Museo
dell’Età Romana, raffigura Giobbe seduto che mostra ad alcuni compagni
e alla moglie la gamba piagata; scena cristiana, ma ancor classica di forma:
robusto il rilievo, larga la modellatura dei corpi, ben trattato e mosso il drappeggio, armonica la composizione “Gobbe è seduto e visto di tre quarti;
le tre figure vicine poste a destra sono in piedi, su di uno stesso piano, tutte con posizione frontale.
Altro lato minore raffigurante Daniele fra i leoni, ora al Civico Museo Cristiano, presenta una modellatura robusta, sobria, specialmente nell’elegante figura del giovane Daniele ignudo e nel tradizionale atteggiamento della preghiera; la composizione è distribuita con senso
dello spazio veramente classico; grande spontaneità hanno i gesti, ed accenti naturalistici ritroviamo nei due leoni ai lati di Daniele.
La scena
È da notare infine che in questo lato la scena appena abbozzata, di modo che è ottenuto, con la sfumatura dei contorni, con il modo di trattare il terreno, accidentato e rotto da solchi il fondo della composizione, non più piatto e liscio come nelle altre parti, bensì tutto scabro, pieno di incisioni profonde e con i colpi di scalpello ancora visibili, un notevole effetto pittorico.
Questa diversità tra le varie parti del sarcofago tuttavia crediamo sia
dovuta non ai diversi influssi delle grandi correnti stilistiche, ma al semplice fatto che il sarcofago venne messo in opera prima che il notevole
scultore provinciale del IV sec. avesse terminato il suo lavoro.
La tomba scomparsa di Brescia
L’ 0dorici ci offre anche la descrizione e il disegno di una tomba bisoma, ora scomparsa, con due croci e il primo verso del Salmo LVI dipinti nell’interno in rosso (una delle croci però è in bianco e nero); tomba trovata vicino alla chiesa di S. Giovanni che sorgeva nei pressi del Museo Romano.
Il Museo dell’Età Cristiana vanta, per le arti minori, alcuni pezzi famosi, ma, come abbiamo già detto, non hanno nessun punto di contatto con l’arte medioevale in Brescia: si trovano ivi perchè facevano parte del tesoro del celebre monastero benedettino di S. Salvatore, oppure perchè donati alla città dalla munificenza del cardinale Angelo Maria Querini; non poterono perciò neppure esercitare alcun influsso nell’ambiente bresciano.