Il Castello di Gorzone, le sue origini e la sua storia.
Il Castello di Gorzone, che si trova nel comune di Darfo Boario Terme, è posto sulla rupe posta alla sinistra del fiume Dezzo.
Di estrema rilevanza strategica, il castello sarà parte attiva dell varie vicende storiche della Valle Camonica.
Il Castello di Gorzone insieme a quello di Montecchio e di Erbanno rientrava un sistema fortificato dei Federici, i quali sfruttarono per dominare i percorsi principali del fondovalle e l’accesso alla laterale Val di Scalve, importante centro di estrazione del ferro.
La storia del Castello è strettamente legata alle vicende di questa grande famiglia camuna nota fin dal Medioevo, di radicata fede Ghibellina, la cui origine viene fatta risalire al ceppo della consorteria ancora più antica dei Brusati, attiva agli inizi del XII secolo e che aveva nella Rocca di Montecchio la propria residenza a vita.
Lo storico e patriota ottocentesco Gabriele Rosa, ricordava che la rocca di Gorzone fu edificata nel 1150 e che venne coinvolta nella lotta che si scatenò nel XII secolo tra i comuni di Brescia e di Bergamo per il possesso dei Castelli del confine di Costa Volpino.
La controversia fu risolta definitivamente nel 1198 con un accordo che prevedeva la demolizione dei castelli contesi oltre alla metà del Castello di Gorzone.
A partire dal XIII secolo i Federici che forse in ossequio l’imperatore Federico Barbarossa avevano ormai sostituito l’antico nome gentilizio dei Brusati, allargarono la loro area di influenza in tutta la Valle Camonica, spingendosi a nord dei territori di Edolo e contrassegnando con il proprio stemma numerosissimi edifici della valle.
Lo scontro con il comune di Brescia diventò inevitabile e nel 1288 dopo un attacco da parte dei Federici e dei loro alleati al borgo fortificato di Iseo, il comune cittadino, deliberò un editto contro i Ghibellini che offriva una taglia sui Federici e famiglie a essi collegati e un’elevata ricompensa per chiunque avesse conquistato e distrutti i loro castelli con particolare riguardo agli insediamenti di Montecchio e Gorzone.
Il Castello di Gorzone fu assediato è gravemente danneggiato come emerge chiaramente dal successivo accordo di pace del 1291, conseguito con la mediazione del capitano del popolo di Milano Matteo Visconti, che sancì un forte indennizzo a favore dei Federici per i danni subiti dalla struttura.
Nei primi decenni del XIV secolo il castello venne quindi ampiamente ricostruito e per consolidare il rapporto della famiglia con l’impero e con la signoria Veronese degli Scaligeri, in questo momento egemone anche sull’area Bresciana, furono scolpiti sui tre conci di chiave del portale d’ingresso al maniero, lo scudo con le bande dentellate (emblema dei Federici), la scala e, al centro l’aquila Imperiale coronata.
Nel corso dei secoli XIV e XV i Federici, al fine di conservare le proprie prerogative e il proprio potere politico ed economico, si proposero di volta in volta quali fedeli alleati della dominazione di turno, fosse essa viscontea o veneta.
In particolare nella prima metà del Quattrocento l’alternarsi di Milano e di Venezia nel controllo della Valle obbligo alla famiglia a repentini cambi di alleanze: nel 1439 nel castello di Gorzone, si radunano vari esponenti dei Federici di tutta la valle per la nomina dei propri delegati da inviare al convegno ghibellino di Chiari a favore dei Visconti
Nel 1441, ritornata la valle sotto Venezia ottennero dalla Serenissima il perdono e la riconferma di privilegi e proprietà.
Ricondotta stabilmente l’intera Valle sotto il dominio Veneto, i Federici avviarono nell’ultimo scorcio del XV secolo consistenti opere di sistemazione del castello con le realizzazioni di portici, logge e stanze ad uso residenziale.
Ebbe così iniziò il processo di mutazione architettonica che trasformerà l’apparto fortificato in un più comodo e rappresentativo Palazzo signorile.
Dagli inizi del XVI secolo, forse in sostituzione di una precedente cappella posta all’interno del castello, è la volontà di edificare a ridosso della cinta esterna delle mura la chiesa dedicata a San Giovanni Battista, entro la quale fu tumulata il promotore dell’opera Giovanni Salvino Federici.
Dei primi decenni del trecento è anche il mausoleo in pietra simona di Isonno Federici posto sul fianco sud della chiesa parrocchiale in corrispondenza della ripida salita al castello.
L’epitaffio funebre, ricorda la data di morte 12 agosto 1336 e i nomi dei maestri scultori che realizzarono il sarcofago e l’edicola, rispettivamente Betacinus de Tercio e Betonus de Burno.
Isonno Federici fu presumibilmente il rappresentante della famiglia che partecipò alla stipula della pace del 1291 e quindi autore della ricostruzione del Castello dopo i danni subiti durante la guerra con la città di Brescia.
Uno fra i proprietari che intervenne con opere di miglioria del Castello nel primo decennio del 1600 fu con certezza. Federico de Federicis, ricordato nella pietra scolpita posta in alto tra le due porte di collegamento tra il piano terra del cortile superiore e il primo piano di quello inferiore.
La scultura riporta lo stemma in rilievo dei Federici e sotto la scritta a caratteri incerti, probabilmente aggiunta posteriormente: FEDERICVS DE FEDERICIS / HOC F.F PHISICVS ( l’appellativo phisicvs caratterizza la professione del medico).
Lo stesso personaggio si occupo anche dell’abbellimento della chiesa del palazzo.
Il Castello di Gorzone rimase, fino alla metà del XIX secolo, di proprietà della famiglia Federici che intervenne più volte con opere di miglioria e di rinnovamento.
Alla morte di Giovanni Federici il castello passò in eredità alla sorella, Andreina che sposò nel 1843 Siro Alberzoni di Breno, dal quale discendono gli attuali proprietari.