I Corpi ritrovati a Pompei, due persone in fuga dalla furia del vulcano.
Grazie alla tecnica del calco in gesso, utilizzata e perfezionata da 150 anni, si è riuscito non solo ad attenere due corpi intatti, ma anche scoprire le cose che avevano al momento in cui vennero uccisi.
Questi corpi intatti di Pompei si aggiungono a quelli ritrovati in passato, crude testimonianze di una tragedia di 2000 anni fa.
Il ritrovamento
I primi giorni di novembre, durante una campagna di scavi condotta nella zona nord ovest di Pompei, sono stati ritrovati due corpi intatti.
I Corpi ritrovati a Pompei in una grande villa, “Villa Civita Giuliana” appartengono a due uomini che nel momento dell’eruzione del Vesuvio cercavano di mettersi in salvo.
Gli archeologi hanno identificato alcune caratteristiche di questi corpi ritrovati.
Il primo corpo ritrovato è di un ragazzo, di circa 20 anni, di 1,56 metri di altezza, il quale indossa una tunica fino al ginocchi.
Il cranio e le arcate dentali sono ancora visibili, anche se parzialmente e un’analisi delle vertebre ha evidenziato alcuni schiacciamenti vertebrali.
La conclusione degli studiosi è che potesse essere uno schiavo e che quindi in vita svolgesse lavori pesanti.
Poco dopo la scoperta del primo, emersero le ossa di un piede, indicando così la presenza di un secondo corpo.
Il secondo corpo ritrovato, un uomo di 40 anni circa, ha il volto riverso a terra, le mani sul petto e le ginocchia piegate.
Il corpo, avvolto in un mantello di lana, lascia presuppore che fosse un uomo di rango importante e che quasi sicuramente fosse il proprietario dello schiavo.
La distruzione di Pompei
Il 24 agosto del 79 d.C, durante l’eruzione del Vesuvio, Pompei fu distrutta, o meglio, venne sepolta dalle ceneri vulcaniche.
L’eruzione, classificata come “esplosiva”, durò per oltre 20 ore, e la nube piroclastica che ne scaturì si presume potesse raggiugere i 26 km di altezza.
Quando la nube piroclastica collassò e cominciò a cadere ad una velocità di 100 km orari non lasciò scampo agli abitanti di Pompei, colpendo la città con detriti incandescenti e seppellendola sotto metri di cenere.