Bes Galilì è una delle Leggende Bresciane che nasce nelle zone di Monticelli d’Oglio, e ancora oggi rivive una notte all’anno.
Chiedetelo a lui, a Oscò, lui sì che li ha visti!
Avrà avuto si e no una bracca di anni, era salito sul gelso che doveva riempire la pilina perché i bachi erano appena svegli della prima.
Si appende ad un ancora che si piega per il peso, e il serpentone salta giù che pare un ossesso: lungo, grosso, verde e con su la testa una cresta ritta in piedi.
Mentre filava via veloce come una saetta cantava come un gallo.
Che storia è? Ma quella del Bes Galilì: una specie di drago trapiantato dall’oriente in Occidente chissà, sono secoli.
Dice che sotto le fondamenta del castello di Monticelli d’Oglio viveva una coppia di serpentoni: erano marito e moglie.
In quei recessi antichi allevavano la loro famigliola.
Una notte, come tutte le notti, il maschio uscì dal nido in cerca di cibo, e come faceva sempre attraversò il fiume che lì divide la terra in due.
Chissà come, chissà perché, il serpentone maschio non riuscì più a tornare a casa.
C’è chi dice che fu a causa di una improvvisa tempesta che gonfiò l’Oglio al punto da impedire alla bestia il rientro; c’è invece chi sostiene che il rettile perse la tramontana e non riuscì mai più a ritrovare la strada di casa.
Sta di fatto che da quella notte non si ricongiunse più con la sua famiglia.
A Monticelli qualcuno racconta che chi si porta sulle rive dell’Oglio, a mezza notte in punto, potrebbe avere l’avventura di vedere la serpentessa ritta sulla coda, che pare una stroppa, sulla sponda bresciana; e lui, nella stessa posizione, sulla riva opposta, quella cremonese.
Si vedono e si parlano una sola volta all’anno, la stessa notte dell’alluvione, usando un linguaggio antico e misterioso che nessuno capisce più.
Si vocifera anche che chi ha “l’orecchio fino” può ascoltare ancora il suono delle campane che quella notte dalla torre del paese caddero nelle acque gonfie.
Suonano ancora anche sotto il letto del fiume.
Invocano quel soccorso che non arrivò.