Giovan Battista Rini, le misteriose “mummie” di Salò.
Giovan Battista Rini fu un medico-chirurgo vissuto nel 1800, da tutti conosciuto come “il Pietrificatore di Salò”.
Rini operava una particolare tecnica di imbalsamazione di cadaveri, detta “lapidea”, che rendeva i corpi di una consistenza simile alla pietra.
I cadaveri “trattati” con questa tecnica erano di malavitosi dell’epoca, come banditi, briganti e carbonari.
La motivazione che spinse il medico a creare le “Mummie di Salò” era la necessità di avere sempre a disposizione per ricerca, studi e didattica parti anatomiche.
Il trattamento prevedeva che la pelle e gli altri tessuti venissero rimossi chirurgicamente o tramite insetti carnivori, questo per rendere visibili le parti interne dei corpi.
Biografia di Giovan Battista Rini
Giovan Battista Rini nasce a Salò verso la fine del XVIII sec. il 17 febbraio 1795 e morirà nello stesso luogo all’età di 61 anni il 29 novembre 1856.
Nasce a Salò, ma la sua famiglia è di origini Istriane.
La sua carriera di medico inizia a Padova, dove si laurea, per poi lavorare qualche anno in un ospedale a Milano.
Rientrato a Salò, lavora presso la struttura ospedaliera della cittadina dove comincia a studiare e mettere in pratica i suoi esperimenti di “Pietrificazione” emulando in parte la tecnica utilizzata da Girolamo Segato.
Come Segato, anche Rini non divulgo mai i particolari delle tecniche che utilizzò.
Le “Mummie di Salò”
Negli ultimi anni i corpi pietrificati di Salò hanno ripreso a “vivere” nel mondo scientifico.
Molti scienziati hanno manifestato interesse per le opere di Rini, studiandole, analizzandole e cercando di capire come sia stato possibile realizzarle.
Gli studi condotti hanno portato alla conclusione che Giovan Battista Rini per indurire, pietrificare i corpi, iniettava in essi una miscela di sostanze.
Una miscela probabilmente a base di mercurio ed altri metalli pesanti.
I corpi pietrificati, oggi, si trovano a Salò, conservati temporaneamente a Palazzo Fantoni.