Le colline di Castenedolo e di Ciliverghe sono due terrazzi isolati che si innalzano di una quindicina di metri rispetto alla pianura würmiana circostante.
In particolare le Colline di Castenedolo divennero famose durante il secolo scorso per il rinvenimento “dell’uomo di Castenedolo”.
Inizialmente attribuito all’età Pliocenica in quanto raccolto all’interno di un deposito ritenuto di questo periodo.
In un secondo tempo, la scoperta venne vivacemente contestata fin quando si giunse alla constatazione che si trattava in realtà di un individuo inumato di età storica, contenuto in un complesso stratigrafico in deposizione secondaria.
In ogni caso, il colle di Castenedolo ha rivelato una serie di testimonianze archeologiche fra cui un pugnale forse Calcolitico ed alcuni manufatti del Paleolitico medio.
Pochi reperti litici, alcuni dei quali di tecnica Levallois, raccolti nel loess superiore della sequenza stratigrafica della cava Italcementi.
In un deposito riferibile, nel suo insieme, all’ultimo periodo glaciale, sono stati infatti attribuiti a quest’orizzonte.
Altre testimonianze archeologiche sono note nella parte sommitale del colle rivolta a meridione.
Qui, infatti, in un terreno coltivato a vigneto, si trova un insediamento molto ben circoscritto.
Insediamento probabilmente fiorito in un periodo compreso fra l’antica età del Bronzo e l’inizio del periodo immediatamente seguente.
Recenti ricerche hanno dimostrato che anche la collina di Ciliverghe venne insediata in alcuni momenti della preistoria.
Questo colle. ha dato un buon numero di manufatti in selce del Paleolitico medio, fra cui nuclei. raschiatoi, punte e schegge di tecnica Levallois.
Reperti raccolti anche in questo caso nel loess superiore di età würmiana; testimonianza della presenza di territori a steppe-praterie.
Territori che erano a quei tempi frequentati dai grandi mammiferi, principale fonte di sussistenza dei cacciatori del Paleolitico.
E’ estremamente probabile che entrambe le industrie paleolitiche raccolte sui due colli appartengano ad un aspetto della Cultura Musteriana di cui pochissimo è noto nella nostra provincia.
E’ invece documentata da decine di ritrovamenti nell’attiguo Veronese al quale solitamente si rimanda per gli eventuali confronti tipologici.
Oltre ai manufatti paleolitici, le ricerche condotte a Ciliverghe hanno rivelato una stazione del mesolitico recente ubicata nella porzione occidentale del colle.
La condizione di ritrovamento dei manufatti ha permesso. in questo caso, la perfetta ubicazione degli stessi e la conseguente messa in pianta dei singoli reperti che superano di gran lunga il centinaio.
Alcuni di questi si trovavano concentrati in aree ristrette, mentre altri colpiti da evidente choc termico. possono forse indicare la presenza di focolari sepolti.
Si tratta comunque di una stazione attribuibile alla “Cultura Castelnoviana”.
Gli strumenti qui raccolti comprendono attrezzi litici caratteristici quali nuclei subconici a stacchi di lamelle strette, armature geometriche di forma trapezoidale, tutti in selce.
Tutti databili entro un periodo di tempo compreso fra la metà dell’ottavo e la seconda metà del settimo millennio.