Il cimitero Vantiniano di Brescia
Vi starete chiedendo sicuramente come mai è stato menzionato il cimitero Vantiniano tra le cose da vedere a Brescia.
Ebbene, il cimitero monumentale o anche conosciuto come Vantiniano, è considerato il primo camposanto che rientra nella storia dell’arte e fu progettato dall’architetto Rodolfo Vantini (da cui ne deriva il nome).
Un po’ di storia
Il cimitero Vantiniano fu realizzato dal 1813 dall’architetto Rodolfo Vantini e questo progetto lo impegnò per tutta la vita.
Il 12 giugno del 1804, con l’editto napoleonico di Saint Cloude, vennero fissate delle regole molto rigide che riguardavano l’ambito della sanità pubblica.
In particolar modo si imponeva la tumulazione dei cadaveri in zone distanti dai centri abitati.
Solamente due anni dopo queste regole furono trasformate in vere e proprie leggi imposte dalla città di Brescia, tanto che la deputazione cittadina decise di erigere un camposanto secondo le nuove normative.
In questa occasione si scelse una zona poco al di fuori della Porta San Giovanni e successivamente (12 settembre 1808) il comune di Brescia acquistò diversi terreni corrispondenti ad un perimetro di 154 metri di lato.
Il vescovo Gabrio Maria Nava, il 19 gennaio del 1810 decise di consacrare il luogo di sepoltura e destinarlo a camposanto e fin da subito si cominciarono ad effettuare le tumulazioni.
Inizialmente la zona del cimitero era a croce di ferro attorno alla quale venivano inumati i corpi direttamente nel terreno, senza trattamenti o cure particolari.
Gli anni successivi furono caratterizzati da numerose discussioni e proposte per cercare di migliorare la struttura, fino a quando nel 1814 fu affidato l’intero progetto all’architetto Rodolfo Vantini.
Ad egli fu proposto di realizzare una cappella funebre e il giovane professionista accettò senza esitare.
Successivamente, la zona fu abbellita da edifici e porticati in stile neoclassico, con un’evidente ispirazione greca.
Vantini prese letteralmente a cuore tale progetto tanto da dedicarne l’intera vita e per le sue realizzazioni fu riconosciuto come il più abile architetto in questo settore.
Il suo operato e i lavori di ampliamento e costruzione del cimitero Vantiniano, fu portato avanti anche dopo la sua morte, ovvero fino agli inizi del XX secolo.
Descrizione del cimitero Vantiniano di Brescia
Abbiamo accennato poc’anzi che il cimitero monumentale di Brescia è considerato il primo camposanto della storia dell’arte e della storia bresciana in generale.
Ma quali sono le aree principali che compongono la struttura? Vediamole insieme.
• All’interno del cimitero è presente la cappella centrale dedicata a San Michele in cui troviamo la statua dell’omonimo Arcangelo (realizzata da Democrito Gandolfi);
• La cella del Municipio, o anche conosciuta come Rotondina comunale, è il primo e vero pantheon di tutto il complesso. Dal 1833 fino al 1904, in essa vennero seppelliti ben venticinque protagonisti appartenenti alla vita sociale e politica di Brescia. Tra di essi possiamo citare il poeta Cesare Arici;
• Accanto alla cappella di San Michele sorge l’emiciclo verde composto da sessantasei cenotafi (monumento sepolcrale realizzato per ricordare un gruppo o anche solo una persona sepolte in un altro luogo) che ricordano vari personaggi più o meno famosi della storia bresciana;
• Il faro con una altezza di sessantasei metri fu terminato nel 1870 ed è composto da un basamento a forma circolare. Esso è attorniato da sepolcri e portici con in cima una grossa lanterna che simboleggia la luce che conduce all’aldilà. Nella sala posta in centro al faro possiamo trovare la statua di Rodolfo Vantini realizzata da Giovanni Seleroni;
• La sala del Famedio (o Pantheon) fu destinata ad ospitare i monumenti dei più grandi illustri della città di Brescia;
• Negli anni ’20 del XX secolo fu edificato l’ossario militare per commemorare i deceduti nella Prima Guerra Mondiale e oltretutto è il più grande di tutta Italia;
• Possiamo poi trovare la tomba a forma di piramide del beato Giovanni Battista Bossini;
• Infine, vi è una zona dedicata all’Islam.
Monumenti all’interno del cimitero Vantiniano
Dopo aver visto la struttura del cimitero Vantiniano di Brescia, passiamo ad elencare brevemente cosa possiamo trovare ancora al suo interno.
• Mausolei, tra cui: il mausoleo Cimaschi e il mausoleo Comini Seccamani;
• Monumenti in bronzo, tra cui: il Cristo Redentore (di Domenico Ghidoni), Cenotafio Zanardelli (di Ettore Ximenes), Busto di Antonio Tagliaferri (di Domenico Ghidoni), Busto di Cristo in corona di spine, Donne piangenti (di Emilio Quadrelli), Monumento funebre della famiglia Cuni (di Luigi Contratti) e il Monumento funebre della famiglia Martinengo (di Democrito Gandolfi);
• Monumenti in marmo, tra cui: Famiglia Soncini (di Domenico Ghidoni), Monumento di Annible Calini (di Abbondio Sangiorgio), Famiglia Facchi (di Angelo Boninsegna), Monumento a Cesare Arici (di Francesco Somaini), Tomba Pitozzi Baggi (di Giovanni Battista Lombardi), Monumento a Giovanni Battista Gigola (di Giovanni Battista Lombardi), Famiglia Panciera (di Giovanni Battista Lombardi), Famiglia Dossi Rampinelli Spalenza (di Giovanni Battista Lombardi), Famiglia Massimini (di Giannino Castiglioni), Famiglia Vigliani (di Francesco Gusmeri) e Famiglia Maffei Erizzo (di Abbondio Sangiorgio).
La domanda iniziale era: cosa vedere a Brescia? Bè, il cimitero Vantiniano è sicuramente una delle strutture più importanti che hanno caratterizzato la storia bresciana.