Il Capretto alla Valsabbina è tra i piatti tipici bresciani che principalmente vengono cucinati alla ricorrenza Pasquale. Il capretto
Ingredienti:
(per sei persone)
- 3 kg di capretto
- 200 g di burro
- 2 bicchieri di vino bianco secco
- sale aromatico
- rosmarino
Preparazione Ricetta Capretto alla Valsabbina.
Comperate un bel capretto, lavatelo, asciugatelo in un panno da cucina.
Tagliatelo a pezzi e sistematelo in un tegame (possibilmente con il fondo di rame o antiaderente) con il burro, il rosmarino e una manciatina di sale aromatico.
Mettete il tegame in forno a calore medio.
Quando la carne sarà dorata, rigiratela con cura.
Lasciatela rosolare anche dall’altra parte, poi spruzzatela con il vino.
Lasciate evaporare.
Copritela con un foglio di carta di alluminio e continuate la cottura per circa tre ore.
Rigirate ogni tanto la carne, senza aggiungere acqua o brodo, poiché guasterebbe la fragranza tipica del capretto.
Servite in piatti caldi accompagnato da una buona polenta.
Potrete servire per contorno anche la frittura calda del capretto (fegato, cuore, polmone tagliati a pezzetti e rosolati in burro e salvia) con un piatto di radicchio tagliato finissimo.
La storia del Capretto alla Valsabbina.
Pasqua alta o Pasqua bassa, la primavera viene dopo Pasqua”, avverte un proverbio citato da Ademiro Tomasi in “Caro vecchio paese” (Tipografia Camuna, 1982).
Ancora: “l’evento stagionale Io annunciano le rondini e i fiori di prato…” nonché, è proprio il caso di aggiungere, il capretto da servire secondo tradizione: polenta verde trina di insalata novella.
Con i teneri rognoni riservati al commensale più eccellente…
È, sulla mensa, il segno lieto che è dato dividere con chi si vuole entrea quello natalizio s’addice l’intimità della famiglia.
Peccato oggi si sia fatto raro e venga sostituito, quando nemmeno lo si trova
d’importazione (dalla Jugoslavia in particolare) ,con l’agnello.
L’abbondanza ha il suo rovescio: le offerte più ricche spariscono presto dalle vetrine dei negozi e i macellai in proposito la sanno lunga.
Filetto e bistecche stanno poco sul banco mentre i lessi entrano con difficoltà nella borsa della spesa.
Appunto, le donne che sempre più raramente si contentano di regnare sulla casa e i cibi di laboriosa elaborazione che finiscono dimenticati.
Nemmeno il capretto fa eccezione.
Non più unicamente legato alla solennità primaverile, lo si va a gustare al ristorante e per distinguerlo dall’agnello è necessario intendersene.