La Battaglia di Teutoburgo è stata la più grande disfatta della Roma imperiale.
La Battaglia di Teutoburgo si consuma con un’imboscata.
I Germani di Arminio sfruttano alla perfezione un ambiente naturale dove
la macchina da guerra romana non può niente.
Imprigionate fra sentieri, boscaglie e paludi, tre legioni vengono annientate.
La Battaglia di Teutoburgo.
L’espansione romana investe anche i territori della Germania, popolata
da tribù guerriere seminomadi, dove il governo del territorio è affidato a un legato dell’imperatore Augusto, Publio Quintilio Varo, che amministra in modo vessatorio le popolazioni locali.
Focolai di rivolta si accendono spesso, ma Varo conta di riportare la calma con la collaborazione di Arminio, capo dei Cheruschi alleati di Roma.
Il quale invece sfrutta il malcontento germanico per organizzare una formidabile imboscata ai Romani.
Di ritorno da nord dopo aver sedato l’ennesima rivolta locale e dirette al campo invernale di Alisio, tra il 21 e il 23 settembre tre legioni al comando dello stesso Varo sono l’obbiettivo dell’agguato nella zona della foresta di Teutoburgo (in Bassa Sassonia, a Kalkriese).
Seguendo Arminio, le legioni XVII, XVIII e XIX si addentrano in un territorio boscoso e accidentato; poi il capo dei Cheruschi scompare e raggiunge i Germani pronti all’attacco.
Il convoglio di Varo, lungo diversi chilometri e in spazi ristretti, è in formazione di marcia: gli ausiliari (germanici) in testa, due legioni, le salmerie e la terza legione a fine colonna.
II primo giorno.
II primo giorno di combattimento inizia quando il convoglio entra in una strettoia: le legioni sono tormentate da azioni di guerriglia sui fianchi, da un attacco frontale della cavalleria nemica e dal maltempo.
Al passo Gallenberg i Romani tentano di sfondare ma, respinti, si dirigono nella zona paludosa, una trappola naturale.
I sopravvissuti (ormai le legioni sono dimezzate) si rifugiano nel bosco fino al mattino seguente.
Arminio ordina di alleggerire gli attacchi.
Il secondo giorno.
Nel secondo giorno la cavalleria germanica fa strage di Romani, dei quali
non più di 3 000 sono ancora in grado di combattere e raggiungere il massiccio dell’Eggekamm, dove costruiscono freneticamente un accampamento.
Il terzo giorno.
Dell’ultimo assalto del terzo giorno sappiamo solo che i Germani annientano il nemico.
Varo muore (forse suicida), pochi superstiti raggiungono Alisio, mentre quanti si sono arresi, secondo gli storici romani vengono torturati e sacrificati agli dei germanici; le aquile delle legioni non sono mai state ritrovate.