La battaglia della Malamorte è avvenuta nel 1191 tre bresciani, bergamaschi e cremonesi.
Gli antefatti della battaglia della Malamorte.
La storica rivalità fra bresciani e bergamaschi, oggi bonaria e limitata all’ambito sportivo, ha radici che affondano nel tempo ed è più volte sfociata nel corso della storia in veri e propri conflitti.
Fu così anche nel 1191 con la battaglia che andremo a raccontare.
Siamo nell’età dei Comuni.
La vitalità di quest’epoca portò a un rifiorire del commercio e dell’artigianato.
Al tempo stesso migliorò la sicurezza della popolazione, che si era stabilita all’interno delle mura delle città e dei principali paesi, e si ebbe anche una migliore organizzazione politico-sociale delle varie comunità.
I centri maggiori, Brescia, Cremona, Bergamo e Milano, cercavano di acquisire una certa influenza sui territori circostanti.
La giurisdizione su entrambe le rive dell’Oglio era stata assegnata a Brescia già nel 963 con concessione imperiale e più volte in seguito confermata.
Una prima battaglia fra Brescia e Bergamo si ebbe nel 1156 nella campagna di Palosco, in località Grumore, per il possesso dei castelli di Volpino, Qualino e Ceretello, posti in bassa Valle Camonica, e vide la vittoria dei bresciani che causarono gravi perdite agli avversari.
Negli anni successivi numerose città, fra cui Brescia, Milano, Bergamo e Cremona, abbandonarono momentaneamente le proprie contese territoriali e si allearono fra loro per far fronte a un nuovo nemico, l’imperatore Federico detto il Barbarossa, che minava l’autonomia comunale.
Questa coalizione, che oggi ricordiamo come la Lega Lombarda, portò alla famosa battaglia di Legnano del 1176, che vide vincitrici le città del nord Italia e che permise di mantenere quell’autonomia che avrebbe poi consentito la crescita economica e sociale degli anni successivi.
La battaglia della Malamorte.
Ristabilita la pace con l’imperatore, nuove tensioni territoriali scoppiarono nel 1191.
Scoppiate forse per questioni confinarie lungo il corso dell’Oglio, o forse per questioni di alleanze (Brescia era alleata di Crema e Milano, mentre Bergamo si era accordata con Cremona).
Notizie sicure di come si svolse la battaglia di cui ci occupiamo, non ve ne sono.
Certo è che agli inizi di luglio, nei pressi del fiume Oglio, furono schierati da una parte i bresciani, nella zona di Palazzolo.
Dall’altra i bergamaschi. tra Palosco e Telgate, con i cremonesi più a sud, a Soncino, controllati a loro volta da un manipolo di uomini disposti a Rudiano a presidio del ponte.
Gli inizi.
Si racconta che nella notte fra il 6 e il 7 luglio bergamaschi e cremonesi predisposero frettolosamente un ponte di barche nei pressi di Cividate.
Lo attraversarono muovendo verso Palazzolo, mettendo a ferro e fuoco i territori attraversati.
I bresciani, che attendevano le forze milanesi in loro aiuto, furono colti
di sorpresa e dovettero darsi anzitempo alla battaglia.
Lasciarono Palazzolo e con quattro colonne incrociarono il nemico poco più a sud di Pontoglio.
Dopo un inizio equilibrato, le truppe bresciane iniziarono però a soccombere sotto le preponderanti forze nemiche.
Fu a questo punto che avvenne l’impensabile.
Un drappello di uomini, guidati da Biatta Palazzo, mosse dal castello di Rudiano in direzione dei contendenti
Giunsero a suon di tromba e tamburi si lanciò alla carica alle spalle delle milizie nemiche che credettero di essere assalite dalle truppe milanesi e temettero di conseguenza di essere accerchiate.
Le vicende della battaglia si capovolsero.
I bergamaschi furono presi dal panico, dapprima arretrarono e ben presto si dettero alla fuga cercando di attraversare l’Oglio.
Consci che non sarebbero stati risparmiati dal nemico che li avrebbe puniti delle devastazioni e dei saccheggi perpetrati durante la giornata.
La foga con cui attraversarono il ponte di barche fu tale che questo si ruppe facendoli cadere in acqua.
Carichi di armi e armature. morirono a centinaia.
Se perdere la vita in battaglia era ritenuta cosa onorevole, morire
per annegamento era considerata invece una disgrazia, una “malamorte”.
Termine con il quale tenne poi ricordata la sanguinosa battaglia della Malamorte..
Quanto ai milanesi, giunsero solo in seguito e vennero accolti da grandi feste.
Il carroccio nemico venne portato in trionfo a Brescia.
La pace venne sancita alcuni mesi dopo, 1’8 dicembre.
L’imperatore Enrico VI impose la restituzione di Sarnico e Calepio ai bergamaschi, mentre Volpino, Qualino, Ceratello divennero bresciani.