Aolette in carpione trae le sue origini dalle Leggende Bresciane ed è tra i piatti tipici bresciani gustati ancora oggi sul Garda.
Ingredienti:
(per quattro persone)
- 500 g di aolette
- basilico
- sale
- un gambo di sedano
- 250 ml di aceto
- due cipolle
- 3 foglie di lauro
- due spicchi di aglio
- olio per friggere
- farina bianca
Preparazione Ricetta Aolette in carpione alla Bresciana:
Pulite e lavate le aolette.
Asciugatele, friggetele in olio abbondante dopo averle leggermente infarinate.
Scolatele su una carta assorbente, mettetele in una terrina e salatele.
A parte preparate il carpione facendo bollire l’aceto con le cipolle tagliate a fettine sottili, l’ aglio, l’ alloro, il basilico, il sedano tagliato a tocchetti, il sale.
Lasciate cuocete le verdure, togliete dal fuoco il carpione, lasciatelo intiepidire e versatelo sulle aole.
È consigliabile preparare il carpione il giorno prima, per meglio insaporire
il pesce.
La storia delle Aolette in carpione alla Bresciana.
Considerato che sono proprio poverelle, vediamo di dar loro, onomasticamente almeno, qualche parvenza di nobiltà.
Trovato il riferimento al carpione, salmonide ormai più raro della mitica mosca bianca.
Prezioso sempre, già nel 1463 veniva protetto con una ducale e non è difficile comprendere motivo di tanta veneta attenzione: il serenissimo principe di Venezia io assaporava volentieri, cosi i suoi commensali.
Nel 1617 il rettore veneto di terraferma Giuseppe Michiel rivela che, il largo di Gargnano, “in luoco detto il Trep”, i pescatori ne raccoglievano in abbondanza.
Su tale lavoro prosegue “vivono e si mantengono più che uomini cinquecento con le famiglie”.
Non mancano le ‘leggende.
La più antica lo vuole dono di Ercole che, proprio sul Garda; aveva abbattuto il gigante Carpio (come ‘l’Idra a Idro).
Un’altra spiega i segni della specie della “striata”.
Sant’Ercolano, anacoreta sui monti, ritrovandosi un giorno senza cibo, delegò alla cerca un altro penitente al quale consiglia di recarsi in riva al lago.
Quello forse tra sé e sé si domandò a che fare, ma, arrivato a destinazione,
scopri il motivo del suggerimento: la sponda ribolliva di carpioni.
Ne prese tre e li mise su una rudimentale graticola, Ercolano non ne fu soddisfatto: tre pesci erano troppi, due avrebbe dovuto restituirli alle onde.
Cosi fu fatto e così si moltiplicò la progenie dei carpioni con quei segni di bruciatura.
I capostipiti erano tornati nel lago cotti a metà.