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ALLUVIONE DI MARONE – LUGLIO 1953

Alluvione di Marone 9 Luglio 1953

Sembrava un giorno come tanti altri, ma alle 12.15 cominciò a piovere molto forte e l’acqua scese dai versanti delle montagne con forti scrosci.
I torrenti Opol e Bagnadore trasportarono enormi quantità di detriti che si accumularono insieme con alberi sradicati formando dighe naturali che man mano si riempivano di acqua. Verso le 12.30 le dighe, spinte dalla pressione dell’acqua, cedettero. L’acqua del Bagnadore si riversò nella cava della Dolomite Franchi, giungendo poi fino al paese e alla strada provinciale.
Anche sul torrente Opol avvenne la stessa scena.
In breve tempo tutto fu spazzato via: la gente si rifugiò ai piani superiori delle case, sfuggendo alla furia delle acque.
Le scene che si presentavano a chi volgeva lo sguardo attorno erano di desolante devastazione. Fanghiglia e detriti fecero sprofondare la banchina del piccolo porto.
Nel paese venne a mancare l’acqua, poiché l’acquedotto era stato gravemente danneggiato furono inviati serbatoi via lago per distribuire acqua potabile alla popolazione. Inoltre, per sopperire alla scarsità di viveri che si era determinata furono mandati 70 quintali di pasta, 50 quintali di riso e farina, 150 Kg. di lardo, 110 Kg. di zucchero, 6 scatoloni da 49 barattoli di latte ciascuno.
Il ritorno alla normalità fu comunque molto lento. Trascorsero mesi prima che il paese riacquistasse una certa normalità e ci vollero anni prima che tutte le ferite provocate dall’alluvione potessero essere cancellate.

Alluvione di Marone 9 Luglio 1953

Fabio Maffei
Brescia e dintorni: storia curiosità poesia

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