Cripta di San Filastrio
Brescia, una città bellissima e affascinante la cui storia ha la sua importanza per il nostro Paese.
Chiese, monumenti, musei sono degni di essere visitati e scoprire cosa si cela dietro ad essi.
Oggi ci occuperemo di una cripta molto famosa e importante per la città, ovvero la Cripta di San Filastrio, sita nel Duomo Vecchio in Piazza Paolo VI.
La storia della Cripta di San Filastrio
La cripta di San Salvatore è la più antica della città di Brescia e si trova nel percorso espositivo del museo Santa Giulia, ma subito dopo troviamo la Cripta di San Filastrio.
Quest’ultima risale all’XVIII e al IX secolo, periodo in cui il vescovo Ramperto decise di far traslare le reliquie di San Filastrio appunto, all’interno della cripta (anno 838).
Filastrio fu il vescovo di Brescia che ordinò la costruzione delle due cattedrali: Santa Maria Maggiore e San Pietro de Dom.
Il rito della traslazione delle reliquie avveniva con processioni solenni ed era più una tradizione dei vescovi carolingi.
Lo scopo principale era quello di ottenere maggiori consensi da parte della popolazione creando delle attività che coinvolgessero l’intera cittadina.
La traslazione delle reliquie di San Filastrio durò circa una mese in cui i fedeli poterono rendere omaggio e venerarle.
Terminato il rito, i resti del vescovo vennero chiuse all’interno di un’arca realizzata in marmo e furono riscoperte solo nel 1456 sotto l’altare della cripta.
La struttura che possiamo ammirare ad oggi non è quella originale voluta da Ramperto.
Si tratta di quella modificata quando la cattedrale paleocristiana di Santa Maria Maggiore venne ricostruita seguendo le forme romaniche della Rotonda.
Struttura della Cripta San Filastrio
La cripta originaria fu realizzata secondo lo schema semianulare con dei corridoi ad angolo retto che consentivano ai fedeli di girare attorno al sarcofago contente le reliquie sante, senza troppa difficoltà.
In un secondo momento la cripta e il presbiterio furino rimpiccioliti.
Questo a causa dell’inserimento di grandi pilastri come sostegno per la cupola. Inoltre, vennero riposizionati gli ingressi originali.
Le pareti perimetrali sono costituite da “suspensurae” recuperate da un preesistente edificio romano.
Le suspensurae venivano utilizzate per gli impianti di riscaldamento nell’epoca romana per mantenere il pavimento leggermente sopraelevato e per consentire all’aria calda di circolare in tutto l’ambiente.
Per questo motivo si presuppone che questa struttura fosse una Domus con impianto termale, oppure si ipotizzò la presenza delle terme occidentali dell’antica Brixia.
Altre di queste suspensurae si trovano nella parte destra del Duomo in cui sono presenti alcuni mattoni cavi (anch’essi tipici del mondo romano) all’interno dei quali circolava l’aria calda necessaria a riscaldare i muri delle stanze.
Per quanto riguarda colonne e capitelli, possiamo dire che vennero realizzati con materiale di reimpiego.
Probabilmente con l’usanza medioevale in cui si estraeva il materiale da strutture più antiche, per poi reimpiegarlo in quelle nuove.
Si stima che tale materiale risalga al IX secolo e questo ci permette di collocare la cripta alla data di origine.
Nell’insieme, la cripta di San Filastrio mostra continuità, ma osservano più attentamente ci si renderà conto che colonne e capitelli sono sono diversi l’uno dall’altro.
Inoltre, sono disposti in maniera tale da creare armonia e simmetria, caratteristiche tipiche della comunità cristiana di un tempo.
Le tre absidi presenti nella cripta, risalgono probabilmente alla struttura primitiva, anche se non si ha la certezza di quanto affermato.
In quello centrale troviamo lacerti di affreschi che, a causa dell’umidità, sono molto deteriorati ma è facilmente riconoscibile Cristo in gloria fra gli angeli e due vescovi (Filastrio e Apollonio).
Mentre, nella volta a crociera troviamo tre vescovi e un angelo, databili tutti tra l’XI e il XIII secolo.