La Guerra Bianca in Valle Camonica inevitabilmente portò sconvolgimenti nella quotidianità delle genti della valle.
I paesi durante Guerra Bianca in Valle Camonica.
Lo sviluppo quasi circolare dei cardini di difesa italiani convergeva nel paese di Temù che, durante la guerra, era diventato il centro logistico più importante del fronte camuno.
Qui, e in altri paesi della valle, avevano trovato rifugio gli abitanti di Ponte di Legno.
Gli abitanti furono sfollati loro paese perché troppo esposto ai tiri delle artiglierie nemiche.
Infatti, il 27 settembre 1917, un bombardamento di granate incendiarie lo raderà al suolo.
A Temù avevano sede i depositi di viveri, gli alloggiamenti per gli ufficiali
e per la truppa che dalle linee avanzate lungo i ghiacciai scendevano a riposo, i bagni pubblici per i soldati e le salmerie.
Per la sua posizione strategica, il paese era un punto chiave quale naturale porta d’accesso all’Adamello.
Dopo la fine della Guerra Bianca in Valle Camonica.
Non è dunque un caso che proprio a Temù trent’anni fa sia stato creato il “Museo della Guerra Bianca in Adamello“.
Il museo permette ai visitatori di rivivere ancor oggi le eroiche imprese sia militari sia alpinistiche di cui furono protagonisti i soldati di entrambi gli schieramenti.
Negli ultimi anni si assiste a un fenomeno di riscoperta di tutto quanto è legato alla Guerra Bianca.
E’ cresciuto notevolmente l’interesse per i tragici avvenimenti svoltisi tra le montagne camune.
Lungo i Sentieri bresciani di arroccamento e nelle zone dove maggiore è stata la presenza militare si sono intensificate le ricerche degli appassionati di reperti storici, attratti dal fascino e dalle gesta di quei soldati.
I manufatti della prima guerra mondiale, disseminati lungo il vasto confine bresciano, che durante la guerra si sviluppava dal Monte Bruffione in Val del Caffaro fino al Passo del Tonale, passando per il Passo del Termine, il Monte Listino e la lunga Catena delle Levade che divide la Val del Chiese dalla Valle Camonica, hanno finalmente ricominciato a vivere.
Il Parco dell’Adamello da una parte e quello dello Stelvio dall’altra hanno, da diversi anni, iniziato a recuperare alcuni tra i più di questi manufatti.
È indubbiamente un segno di crescita culturale.
Oggi consente di far apprezzare ai numerosi escursionisti un patrimonio storico di notevole importanza.
Un tesoro prezioso in grado di far conoscere l’immane lavoro eseguito da quanti, negli anni della loro giovinezza, hanno saputo con sofferenza, sacrificio e dignità servire il proprio paese.